, per ora, pressoché assoluta la mancanza di informazioni attendibili su alcuni campi di attività dello stabilimento FERT, come la realizzazione di spot pubblicitari ed i rapporti con la prima produzione televisiva a Torino.
Ricordi spesso vaghi, testimonianze a volte contraddittorie, notizie di seconda o terza mano, indicano che il lavoro degli impianti e delle maestranze specializzate proseguì anche quando, all'inizio degli anni Sessanta, cessò per
sempre in corso Lombardia la produzione di lungometraggi a soggetto. La mancanza di documenti rende però impossibile, per ora, tracciare anche solo un abbozzo della storia produttiva di questi settori, ed è quindi verso questi territori
ancora inesplorati che si indirizzeranno, nel prossimo futuro, le ricerche dell'Associazione F.E.R.T.
Il procedere della ricerca ha però reso evidente che una storia della FERT, intesa come azienda, deve essere inquadrata nel più vasto panorama dell’industria cinematografica torinese: i legami fra personaggi e società
attive in ogni ramo del settore (produzione, distribuzione, esercizio, indotto, tecnico) sono talmente profondi e complessi che non può in nessun modo essere considerato completo ed esauriente un resoconto limitato ad un’unica impresa.
La ricerca ha quindi allargato i propri confini andando a setacciare archivi normalmente trascurati dagli studiosi di cinema, in cui si è riusciti a rintracciare molti di quei documenti fondamentali per la stesura di una storia del cinema
torinese, che non si limiti ad essere una semplice storia dei film, ma miri a coglierne anche gli aspetti economici, industriali, tecnici ed il reale impatto sulla vita della città.
La difficoltà di trovare collezioni complete delle riviste cinematografiche e la deperibilità della carta utilizzata per la stampa, ne rendono problematica la consultazione ai ricercatori. Per ovviare a quest’inconveniente si
è avviato uno spoglio sistematico della cinquantina di periodici pubblicati a Torino nel periodo dal 1906 alla Seconda guerra mondiale, dando vita ad una schedatura completa e ragionata mai tentata in precedenza.
Un software, appositamente progettato secondo lo standard Unimarc, e in armonia con le norme catalografiche del Ministero dei beni Culturali consente di accedere ad un ritratto del periodico inquadrato nel suo contesto temporale e culturale, ai
dati tecnici e all’elenco dei collaboratori, alla schedatura integrale di tutti gli articoli e delle inserzioni pubblicitarie pubblicate.
Alberto Friedemann, lo studioso che ha condotto personalmente la quasi totalità del lavoro di ricerca, è purtroppo scomparso nel febbraio del 2014 e, anche se lui stesso affermava che non ci fossero più archivi in cui andare a cercare nuovi documenti,
sicuramente avrebbe perseverato nello studio. Purtroppo a fino ad oggi nessuno dei suoi allievi ha raccolto il testimone e la ricerca è attualmente di fatto interrotta.